sabato 24 dicembre 2016

Auguri e buoni propositi per il 2017...



Per noi la Politica ha sempre avuto e continua ad avere un significato alto e nobile, di impegno patriottico nei confronti della nostra comunità e della nostra terra, in difesa della nostre tradizioni ed identità, della giustizia sociale, della nostra sovranità nazionale, della sicurezza e del benessere del nostro popolo. A gennaio 2017, ci rimetteremo in marcia, consci che in questo momento di drammatica crisi politica ed economica, di fronte alla invasione di immigrati ed al pericolo islamico, sia assolutamente necessario fare fronte, riunendo le destre con Fratelli d'Italia e la Lega.
A fine gennaio, a Milano, la Destra Sociale, per iniziativa mia e dell'On.Prof. Luca Romagnoli, organizzerà una serie di incontri con tutti gli esponenti dell'area della destra radicale, i vertici del centro-destra e, sopratutto, con i rappresentanti delle categorie produttive, dell'associazionismo e del volontariato, dei comitati civici e di quartiere. Noi crediamo fermamente nel gioco di squadra, nella partecipazione e nella meritocrazia. Per questo chiediamo il vostro contributo di presenza e militanza, di indispensabile sostegno economico, e, soprattutto, di idee e proposte per l'Italia.
A voi tutti faccio gli auguri di un sereno e sobrio Santo Natale, in famiglia, nel segno delle nostre bimillenarie tradizioni europee e cristiane, e di un nuovo anno, migliore, di ripresa economica, salute psico fisica e soddisfazioni personali. Ma ricordiamoci, proprio in questi giorni di festa, di rivolgere le nostre preghiere, le nostre attenzioni ed il nostro aiuto concreto sia ai fratelli cristiani perseguitati nel mondo che ai tanti nostrri compratrioti bisognosi: poveri, disagiati, malati e anziani soli.

Roberto Jonghi Lavarini
hppts://www.facebook.com/DestraperMilano/

martedì 20 dicembre 2016

DESTRA SOCIALE 2017


 
 
A fine gennaio 2017 a Milano
La Destra Sociale riparte dalla Lombardia
 
-          Analisi della situazione politica
-          Appello alla unità della destra italiana
-          Collaborazione con la Fondazione AN
 
-          Adesione al progetto Fratelli d’Italia
 
-          Fronte nazional-popolare con la Lega
 
-          Rapporti con le destre europee
 
-          Iniziative culturali e sociali
 
-          Formazione e informazione

 
-          Incontro con le categorie produttive
-          Riunione politica dei militanti
 
-          Conferenza stampa e video intervista
 
-          Convegno aperto a tutto il centro-destra
 
-          Cena sociale di sostegno politico

 
Interverranno:
 
Roberto Jonghi Lavarini e Luca Romagnoli,
 
esponenti della cultura e della destra europea
 
rappresentanti politici del centro-destra

 
Informazioni: destralombarda@gmail.com
 
 

venerdì 9 dicembre 2016

FARE FRONTE !

 
Il trionfo del NO al referendum rappresenta la sconfitta politica personale di Matteo Renzi ed una sonora sberla ai poteri forti della plutocrazia mondialista, come nel Regno Unito con la Brexit ed in USA con Donald Trump.
Ma l'eterogeneo fronte del no, diviso fra sinistra, destra-centro e movimento 5 stelle non rappresenta una vittoria di nessuno, tantomeno una alternativa di governo. I numeri parlano chiaro, L'elettorato italiano è attualmente diviso in tre blocchi più o meno della medesima consistenza, ed il prossimo governo, in caso di elezioni anticipate, sarà deciso da legge elettorale, alleanze ed un pugno di voti.
Per questo è assolutamente necessario ed urgente procedere alla riorganizzazione del centrodestra, come ha giustamente affermato GIorgia Meloni, subito dopo lo spoglio dei risultati. In sintesi, bisogna: allargare e rinnovare la coalizione, elaborare un chiaro e snello programma di governo e vere riforme, scegliere un candidato con delle elezioni primarie, e costruire una squadra, qualificata e innovativa, sia per affrontare la campagna elettorale che per poi governare la nazione.
Il fronte identitario Lega-FDI vale al massimo il 15%, quindi è chiaro che, se si vuole partecipare per competere, con una reale possibilità di vincere, serve una nuova alleanza con Forza Italia e le altre forze minori, “moderate”, liberali e popolari.
La Destra Sociale di Luca Romagnoli, con coerenza e realismo, chiederà ufficialmente al maggiore fra gli eredi della tradizione missina, ovvero a Fratelli d'Italia, di aprirsi e attivarsi per l'unità della destra italiana, con un veloce e trasparente processo costituente, garantito da Marcello Veneziani e dalla Fondazione Alleanza Nazionale.
Subito dopo, sarà necessario creare una stabile federazione-coordinamento fra la destra unita e la nuova lega di Matteo Salvini, che sia il primo passo verso la costituzione di un nuovo soggetto politico sul modello del Fronte Nazionale francese.
In questo progetto politico vanno subito coinvolte tutte le energie sane delle nazione: le categorie professionali, gli imprenditori, la sana borghesia produttiva, il ceto medio, il mondo della cultura, dello sport e del volontariato, dei comitati civici e di quartiere.
Su queste precise e chiare linee di indirizzo ci stiamo già muovendo da diverse settimane. A fine gennaio, a Milano, la Destra Sociale farà il punto della situazione, con una riunione aperta a militanti e simpatizzanti, e rappresentanti di Fratelli d’Italia e Lega Nord.

 
Roberto Jonghi Lavarini - Destra per Milano - Destra Sociale


domenica 20 novembre 2016

Destra Sociale: noi ci siamo!


Di fronte agli epocali cambiamenti degli assetti politici, sociali ed economici ai quali stiamo assistendo in tutto il mondo, non possiamo rimanere fermi e indifferenti. E' preciso dovere di tutti gli autentici patrioti dare il proprio contributo alla buona battaglia contro i poteri forti della plutocrazia mondialista, in difesa dei popoli e delle nazioni, della giustizia sociale e della sovranità nazionale.

Per questo Roberto Jonghi Lavarini e Vincenzo Circosta hanno incontrato l'on. prof. Luca Romagnoli: per confermare la loro convinta adesione ed il loro rinnovato impegno politico e militante con il movimento nazionale Destra Sociale, a partire dal sostegno a favore del NO al prossimo referendum del 4 dicembre: per dire no a Renzi ed ai poteri forti che rappresenta.

Ma la Destra Sociale non vuole essere l'ennesimo inutile partitino dello zero virgola ma, al contrario, un movimento trasversale, di opinione e pressione politica, per promuovere, prima, la massima unità dell'area, e, subito dopo, la formazione, a partire da Fratelli d'Italia e Lega Nord, di un nuovo e grande "fronte nazional-popolare", guidato dalla coppia Giorgia Meloni-Matteo Salvini.



giovedì 17 novembre 2016

Con la Destra Sociale per un fronte nazional-popolare!

 
 
Di fronte agli epocali cambiamenti che stanno sconvolgendo la geopolitica e gli equilibri socio-economici mondiali, dalla Brexit alla incredibile vittoria di Donald Trump in USA, abbiamo il dovere di dare il nostro contributo alla buona battaglia dei popoli e delle nazioni contro i poteri forti della plutocrazia mondialista! Sono assolutamente convinto si debba accelerare l'unità delle forze sane della nazione, a partire da Lega, Fratelli d'Italia e l'area della destra radicale, in un unico grande fronte nazionale, popolare e identitario. Ora o mai piu! Per questo, domani, mi incontrerò con l'On. Prof. Luca Romagnoli (già europarlamentare ed ex segretario della Fiamma) per avviare il rilancio politico ed organizzativo, e l'azione trasversale ed unitaria, del movimento nazionale Destra Sociale.

Roberto Jonghi Lavarini - Destra per Milano
https://www.facebook.com/DestraPerMilano
346.7893810 - robertojonghi@gmail.com

mercoledì 9 novembre 2016

La storica svolta americana...

 
Donald Trump rappresenta una grande vittoria di popolo contro i poteri forti della plutocrazia mondialista che gestiscono banche, borse e mass media, gli stessi... che dominano l'Unione Europea, gli stessi che, per i loro interessi economici privati, hanno scatenato le guerre in Iraq, Siria e Libia, causando terrorismo e immigrazione.
 
Con Donald Trump, contro ogni previsione ufficiale ha vinto l'America vera e profonda, la classe media bianca e cristiana. Ha vinto l'identità e sovranità nazionale contro le élite finanziarie, gli intellettuali radical chic, i giornalisti servi del sistema.
 
Con Trump e Putin, amici e alleati, avremo un mondo certamente migliore, più pacifico, giusto e sicuro. I popoli si stanno svegliando e non si fidano più di quello che dicono gli intellettuali progressisti con le loro analisi, commenti partigiani e sondaggi truccati.
 
Rosicate compagni e benpensanti e continuate ad accusare i popoli di essere stupidi e ignoranti, come gli inglesi che hanno scelto la Brexit. Ora tocca alla Francia: con Marine Le Pen presidente!
 
 
Roberto Jonghi Lavarini

giovedì 3 novembre 2016

Roberto Jonghi Lavarini in Televisione




Roberto Jonghi Lavarini, storico esponente della destra sociale italiana, oramai noto libero opinionista radio televisivo, è stato ospite della trasmissione Iceberg, condotta dal famoso giornalista Roberto Poletti, su Telelombardia. Jonghi si è scagliato contro "l'ipocrita buonismo dei dementi del politicamente corretto che stanno permettendo l'invasione dell'Europa da parte di una orda di pericolosi immigrati, dei quali solo una minima parte è veramente rifugiata per motivi politici ed umanitari. La sinistra ha spalancato le porte alla invasione islamica ed al terrorismo".



Jonghi ha poi chiarito che: "Non si tratta affatto di razzismo ma di salvaguardia della sicurezza, del benessere, della liberà e della identità dei popoli europei. A noi non piace affatto questa guerra fra i poveri italiani e stranieri: il vero nemico di tutti è il sistema plutocratico mondialista, il capitalismo finanziario e bancario internazionale che sfrutta tutti per i suoi meschini interessi economici privati".





sabato 15 ottobre 2016

Roberto Jonghi (Destra Sociale): "avanti, insieme, facciamo fronte nazionale"!

Confermo la mia convinta adesione al movimento politico DESTRA SOCIALE dell'on.prof. Luca Romagnoli ma anche l'assoluta necessità di andare oltre e di costruire, tutti insieme, partendo da Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni e dalla Lega di Matteo Salvini, un nuovo e grande FRONTE NAZIONALE, popolare, sociale ed identitario.
In Italia, l'obbiettivo è cacciare il burattino dei poteri forti, Matteo Renzi, e tornare al governo, per questo, è realisticamente e strategicamente necessaria una alleanza politico-elettorale-programmatica con Forza Italia ed il centro-destra, persino con Stefano Parisi se ci vorrà stare.
In Europa i modelli sono le destre nazional-popolari francese, austriaca e ungherese... Ma il vero obbiettivo è la creazione di un fronte di liberazione dalla plutocrazia mondialista, quindi dalla dittatura di banchieri e burocrati, e dalla dipendenza NATO-USA.
L'Italia e l'Europa devono tornare protagoniste della geopolitica internazionale, partendo dal controllo del nostro mare Mediterraneo, e costruendo una solida alleanza (politica, economica, energetica e militare) con la Russia di Putin.
Su questi punti fondamentali, con questi chiari obbiettivi, rimanendo sempre noi stessi, uomini liberi e coerenti: avanti tutta!
Roberto Jonghi Lavarini

mercoledì 12 ottobre 2016

FARE FRONTE !


costruiamo insieme un grande
FRONTE NAZIONALE
popolare - sociale - identitario

sostenete la buona battaglia

IBAN: IT16G0760101600001022670945 
CCP.: 001022670945, 
BONIFICO intestato a Ass.Culturale Grande Milano
o tramite PAYPAL: contributi@progettomilano.it

causale: fronte nazional-popolare

giovedì 6 ottobre 2016

Roberto Jonghi in TV "a ruota libera"...


Roberto Jonghi Lavarini, storico esponente della Destra Sociale italiana è stato ospite della trasmissione "Torno a cena", condotta dal noto giornalista televisivo Roberto Poletti, sia su Intelligo TV che Milano Now. Argomenti della puntata: politica e referendum, Europa e immigrazione. Ospite in studio anche l'artista senegalese Modou Gueye.



"Non ci interessa una guerra fra poveri ma noi abbiamo il sacrosanto diritto di difendere la sicurezza, il benessere e l'identità del nostro popolo. Dare precedenza agli Italiani non è affatto razzismo ma semplice buon senso, da padre di famiglia che, prima, sfama i propri figli, e, poi, generosamente, pensa a tutti gli altri ed a tutto il resto." (Roberto Jonghi Lavarini)



"Il vero nemico di tutti i popoli e di tutte le nazioni, di culture, religioni ed identità, è la plutocrazia mondialista che controlla il signoraggio monetario, l'usura bancaria, le speculazioni borsistiche dell'alta finanza internazionale, la produzione ed il commercio del petrolio. Sono queste le vere multinazionali del terrorismo, coloro che fomentano tensioni sociali ed immigrazioni di massa, sfruttamento e impoverimento, odio e razzismo, guerre e terrorismo" (Roberto Jonghi Lavarini).



"Per questo serve una forte reazione popolare ed un grande fronte nazionale che difenda veramente la nostra sovranità politica, economica e monetaria, le nostre tradizioni culturali e religiose, e che tuteli i nostri legittimi interessi economici ed energetici" (Roberto Jonghi Lavarini)


NO a Renzi ed al suo referendum truffa...


70 di MOVIMENTO SOCIALE ITALIANO...


mercoledì 5 ottobre 2016

Roberto Jonghi ancora in TV...


Roberto Jonghi Lavarini, ancora in televisione come libero opinionista di destra, ospite del giornalista Roberto Poletti, alla trasmissione "Torno per Cena" su Milanonow Canale 191 e Intelligo TV, a parlare di crisi dell'Europa e immigrazione. Nella foro, Roberto Jonghi ad un precedente dibattito televisivo con il rappresentante italo-egiziano del Partito Democratico, Abdu Ismahil Mattia Ibrahim Abdu. "Certamente un avversario politico ma anche persona preparata e corretta, direi persino simpatica" ha dichiarato Jonghi.


"Banca Turismo e Commercio": al servizio di imprese e famiglie.


venerdì 30 settembre 2016

Roberto Jonghi in TV


 
Roberto Jonghi Lavarini torna in televisione come libero opinionista:
questa sera, venerdì 30 settembre 2016, dalle ore 19.30 alle ore 20.30
ospite della trasmissione "Torno per Cena" su Milano Now Canale 191
 

martedì 30 agosto 2016

Adunata patriottica, prossimamente a Milano...

 
"Immigrazione e terrorismo, crisi economica, banche e tasse: dobbiamo reagire, andare oltre, fare fronte"
 
Adunata patriottica, prossimamente a Milano
 
Interventi di: Massimiliano Bastoni, Carlo Fidanza, Roberto Jonghi Lavarini e Gianluca Veneziani. Parteciperanno anche: Caterina Anselmi, Rino Demango, Mario Mazzocchi Palmieri, Stafano Pavesi, Roberto Sforni, Barbara Srappelli, ecc...
 
 
 

venerdì 26 agosto 2016

EMERGENZA TERREMOTO

Anche la nostra comunità si mobilita a sostegno dei compatrioti italiani terremotati, attraverso una raccolta fondi organizzata dalla associazione culturale Grande Milano, che sarà destinata, in particolare alle molteplici iniziative di protezione civile e assistenza medica dei diversi gruppi di Volontari già presenti nelle zona colpite, dalla prime ore dopo la catastrofe...

IBAN: IT16G0760101600001022670945
Conto Corrente Postale C.C.P.: 001022670945
Sistema PAYPAL: contributi@progettomilano.it
Intestazione: Associazione Culturale Grande Milano
Causale: EMERGENZA TERREMOTO

giovedì 7 luglio 2016

Il decalogo di Marcello Veneziani...


Marcello Veneziani con Roberto Jonghi Lavarini (Progetto Itaca...)

I- Finora abbiamo trasformato la vita e il mondo; proviamo ora a conoscerli.

Della contemplazione. Rovesciando le sue radici cartesiane e illuministe, la modernità ha stabilito il primato del fare sul conoscere e poi dell'avere sull'essere. Il mondo è stato modificato radicalmente e la vita stessa ha subito mutazioni senza precedenti, anche genetiche. Una civiltà di mutanti in un mondo in febbrile trasformazione. La società del mercato globale ha realizzato l'XI tesi su Feuerbach di Marx – finora abbiamo diversamente interpretato il mondo, si tratta ora di cambiarlo –  così trasferendo l'ideologia nella prassi e realizzando la fine della filosofia,  producendo una grande espansione dei mezzi per vivere e una grande penuria di scopi per cui vivere; motivi su cui prosperava la filosofia come la religione. La tecnica e il benessere sono cresciuti come mai era accaduto prima, allargando la sfera dell'avere e ancor più quella del desiderare; il pensiero e il senso del mondo sono decresciuti, restringendo la sfera dell'essere. Ora che è cresciuto “il dislivello prometeico” (Gunther Anders) tra la tecnica e la cultura, cioè tra la possibilità di modificare il mondo e la capacità di capirlo, si tratta di compiere il percorso inverso. Abbiamo preso il mondo, ora va compreso. La contemplazione come punto di ripartenza. Il pensiero raggiunga la prassi e ne commisuri il senso, comparando le sue conquiste e le sue perdite. Si riparte dal pensiero, non dall'agire. 

II- Le rocce stanno, gli automi vanno, gli uomini tornano.

Del Ritorno. La fissità si addice al dio, primo motore immobile dell'universo (Aristotele dixit), o alle cose inanimate del regno minerale; il puro andare si addice agli automi e alle bestie, ovvero a chi è mosso ma non ha in sé il principio del moto, non decide ma è deciso. All'uomo, creatura inquieta e nostalgica, si addice il tornare che è l'unico modo umano di conciliare l'essere col movimento, l'identità con l'esplorazione, il noto con l'ignoto. Il più alto e compiuto divenire umano è divenire ciò che si è, non restare pietrificati nella condizione originaria né divenire altro da sé ma realizzare la propria potenziale natura. L'inerzia e la fuga, da opposti versanti, avviliscono la condizione umana alienando la sua vocazione più profonda e la sua mobile identità. Divenire ciò che si è significa tornare consapevolmente all'origine in una seconda nascita, tramite un viaggio dalla potenza all'atto. La vita nel suo senso più autentico è il tragitto di questa parabola. A muoverla è la passione di conoscere e l'amore delle origini. Nel ritorno la natura si innalza a una cultura, e la necessità casuale si eleva a libera scelta. Tornare è la pietà del conoscere che si curva a raccogliere il tempo versato e a congiungere i luoghi vissuti nel cerchio dell'esistenza.

III- Niente comincia e niente finisce con te: sei un erede gravido.

Della Tradizione. La vita non ha respiro se è immersa solo nella dimensione immediata del presente. Riprendi ad amare il passato e il futuro che sono i confini della tua vita e le colonne su cui poggia ogni identità. Non siamo esseri autocreati, fondati interamente su noi stessi e versati interamente nel presente. Veniamo da lontano e lontano andremo, oltre la nostra vita individuale. L'uomo è colui che proviene e progetta, avendo cognizione e passione di entrambe. La tradizione non è il culto dei morti, la passione per le reliquie, ma è il senso della continuità, è la trasmissione verticale oltre il muro del tempo – come la comunicazione è la trasmissione orizzontale oltre il muro dello spazio. Siamo anelli di una lunga catena che ci lega ma ci sorregge. La tradizione è connessione verticale nel tempo espressa in un luogo reale, come internet è connessione orizzontale nello spazio espressa in  tempo reale. La tradizione è l'unica immortalità terrena. La continuità è recisa in ambo i versanti: le società senza padre sono destinate a diventare società senza figlio. Sulla tradizione si fonda anche ciò che in apparenza sembra negarla, il progresso, come insegna la stessa immagine ormai classica dei nani sulle spalle dei giganti; pure l'evoluzione presuppone la continuità del tramandare. Tradizione non come ripetizione rituale ma come fedeltà creatrice che continuamente si rinnova. Solo la tradizione garantisce il futuro. Tradizione è connessione a misura d'uomo.

IV- Ciò che esiste merita di esistere; a ciascuno riconosci il suo giusto rango.

Del realismo selettivo. L'abolizione del reale nel nome dell'ideale e la negazione della vita nel nome del desiderio hanno prodotto mostri e dolori. I tentativi di importare i paradisi in terra hanno propiziato gli inferni. L'uomo non crea dal nulla ma procrea, anche nell'arte e nel pensiero. Non è umano abolire, distruggere, cancellare, ma lo è ordinare, dar forma al caos, nominare e assegnare un rango alle cose, stabilire scale di priorità e di preferenze. Non siamo dei e nemmeno demiurghi, non possiamo creare dal nulla né condurre al nulla; possiamo plasmare la realtà, ordinare la sequenza delle cose, cercando di riconoscere una gerarchia di esseri e di beni, fondata sul principio di realtà. Capovolgere la massima di Engels - ciò che esiste merita di perire- e affermare il principio opposto e positivo di accettazione della vita e del reale in tutta la loro complessa varietà, cercando di stabilire un equo criterio retributivo e selettivo che riconosca a ciascuno il suo, secondo giusta misura. 

V- Ama il destino, nel corpo e nei luoghi, dalle origini al tramonto, e oltre.

Dell'amor fati. Supera la vergogna di essere nato, consegnato a questo corpo, a questo luogo, a questi genitori, tra questa gente, in questo contesto. Non rifiutare la vita che ti fu data, non ripudiare le circostanze su cui è fondata. Non disprezzarla e non eluderla, scaricandola sul fatuo caso; ama piuttosto ciò che hai avuto in sorte, anche quando dovessi modificarlo... Accetta i tuoi limiti, anche quando tentassi poi di varcarli o solo di spostare i confini, non sognare di uscire dal tuo corpo e dalla tua mente, non alienarti cedendo l'integrità del tuo essere a qualcuno o qualcosa che ti promette felicità in cambio di ripudi e amnesie. Ama il destino che accadrà (lo dicono da versanti opposti – ma poi veramente opposti? - Nietzsche e Simone Weil, Leon Bloy ed Ernst Junger) e che per metà tu concorrerai a delineare, non limitandoti a vivere, ma tentando di tracciare un solco e una via che risponde alle tue aspirazioni. Visto alle spalle, quando ormai s'è compiuto, riconoscilo come il tuo destino; quel che invece accadrà e sarà la tua sorte ventura, pensalo in un disegno intelligente di vita. Alla fine l'esito della tua deliberazione, unito all'incidenza delle circostanze di luogo, di tempo e di altre volontà, combacerà col destino. Non ritrarti se il fato evoca il mito: la vita ha sete di un racconto di fondazione. Amor fati sia la risposta a quel che avvenne e avverrà, con o senza il tuo concorso.

VI- Anche se non credi in Dio, pensi in Dio

Del Logos. Credere in Dio è una possibilità - o un rischio - ma pensare in Dio è una necessità. È impossibile pensare senza un ordine di connessioni. Il Logos è la comprensione del mondo attraverso una rete di nessi, significati e relazioni necessarie che rivelano la corrispondenza tra l'ordine dei pensieri e l'ordine della realtà (adaequatio rei et intellectus, S.Tommaso dixit). Senza intelligenza non c'è mondo, che è ordine, ciclo, sequenza. Non stiamo parlando del Dio visto tramite la fede religiosa e nemmeno del Dio connesso a patria e famiglia. Dio è qui il nome che diamo all'intelligenza, ovvero al logos come trama del mondo e disegno intelligente dell'universo. Siamo nell'intelligenza di Dio o non siamo. Non siamo in grado di pensare il contrario di ciò che ci permette di pensare. È la condizione del vivere e del pensare. Ogni epoca poi elegge e uccide un Dio a sua immagine e a sua portata. Dio è il nostro colmo e il nome della nostra mancanza. La morte di Dio è la perdita del nostro confine e dunque la dispersione dell'intelligenza nel caos. Ciascuno ha il dio che si merita e abolisce il dio che non merita, per eccesso o per difetto. Se non trova eredi merita un dio morto e il suo lutto. Ma spesso il dio si nasconde sotto falso nome. Non è Dio, non è la Verità ad armare il fanatismo dei credenti; è piuttosto il monopolio della Verità e la presunzione di agire e parlare nel nome di Dio e della Verità, di cui nessuno è titolare. Non è la Verità che uccide ma chi fa coincidere la sua soggettività con l'Oggetto supremo e poi decreta in Sua vece chi ha diritto di vita e di decisione suprema e chi deve subirla. Non è la fede in Dio che suscita la violenza ma chi si pone dal punto di vista dell'assoluto, si auto-elegge suo supplente, esattore e concessionario esclusivo in terra. La nostra mente è nell'intelligenza di Dio. 

VII- La morte non è il tuo futuro ma è già alle tue spalle.

Della cogitatio mortis. L'angoscia di morire sorge dalla sua proiezione senza scampo sul nostro futuro, dal considerare la morte come il nostro unico, vero, inevitabile orizzonte d'attesa. La morte è invece alle nostre spalle: questa riflessione all'apparenza irreale e infondata, ma nella sostanza decisiva ed elementare, coglie la costitutiva ambiguità della nostra esistenza e la esprime in tragedia e in catarsi. In senso tragico avere la morte alle spalle vuol dire che la morte ci fiata sul collo, è sempre presso di noi, ne sentiamo l'affanno, ci pedina, non ci lascia un momento e può raggiungerci da un momento all'altro. Dunque, non possiamo pensare di rimuoverla, aggirarla, negarla, attraverso i riti di elusione del nostro tempo che riducono la morte a scomparsa e ne occultano l'onnipresente assenza. La morte negata si sparge poi nella vita, infetta i suoi passi e avvelena i suoi umori. Meglio riconoscerla e addomesticarla. Ma in un secondo senso, liberatorio, la morte è già alle nostre spalle: perché appartiene al nostro passato sin da quando si nasce, è già impressa sulla nostra vita; su di lei contavamo in partenza, dalla morte ci siamo già passati. Quando il tempo si curva, la morte si rivela non il nostro domani ma il nostro ieri; assodata la sua inevitabile seppure indefinita scadenza, non resta allora che vivere, e impegnarsi a lasciare tracce, e capire se e cosa potrà restare vivo oltre la morte. Se tutto è perduto sin dall'inizio, si ricomincia a nascere dal morire. Noi morimmo appena nascemmo, ora ci apriamo a cos'altro accadrà. Speranza operosa, attesa d'ignoto, irruzione di una trascendenza che apre un orizzonte oltre la notte.

VIII- Soli non si nasce, ma si può morire.

Della Comunità. Non è vero come diffusamente si sostiene che la società sia una costruzione artificiale e postuma mentre l'individuo sia il nucleo primario e naturale. Vero è invece che nasciamo con un legame naturale e sociale di dipendenza e rechiamo nei nostri geni, nei nostri primi passi e nella nostra memoria, anche prenatale, la traccia di chi ci ha preceduto, procreato e poi allevato. Siamo figli di una storia, eredi di stratificate esperienze e non un puro caso singolare, irriducibile e incomunicante. La nostra irripetibilità non implica la nostra solitaria individualità o la nostra assoluta autonomia. Possiamo però col tempo separarci dal contesto, fino a vivere e morire in solitudine. La solitudine può essere una perdita o una conquista, ma non è la condizione originaria e non è mai assoluta. La solitudine può essere una condizione beata, l'isolamento è invece una miseria (Hannah Arendt). La prima è una conquista, il secondo è una perdita del mondo. È quando perdi il luogo che senti come le tua patria e perdi le persone che senti come la tua comunità. Nella solitudine elettiva si è soli in un sottinteso di distante socialità; si è soli temporaneamente, e si è soli pur sempre in relazione a una società. La comunità è la nostra dimensione costitutiva, originaria. Il legame sociale è strutturale e non occasionale, il bisogno di con-dividere la vita è naturale prima che culturale, è biologico prima che psicologico. In fondo all'io c'è il noi - scrive l'ultimo Giovanni Gentile - e nella nostra interiorità abita un mondo comune. Non possiamo tradurre questo connaturato legame sociale con la semplice considerazione di essere abitanti e cittadini del mondo; siamo prima di tutto figli e poi genitori, legati alla dimensione famigliare, via via allargando per cerchi concentrici dai legami naturali e culturali, affettivi ed elettivi, per affinità e prossimità di luogo, di lingua, di lavoro, di fede, fino ad ambiti più vasti. È innaturale pensare il contrario, come ritengono i cosmopoliti, capovolgere la scala e partire dall'universo; è astratto amare l'umanità se non si parte da chi ti è davvero prossimo. È contro la nostra sensibilità, la nostra vita, la realtà. Siamo esseri in relazione, identità aperte e comunicanti, c'è una trama di energie che ci collega al mondo. Ciò non scalfisce l'esigenza di solitudine, il riconoscimento delle irripetibili individualità, la libertà personale di decidere. In interiore homine habitat communitas.

IX- La dignità prevalga sulla sopravvivenza a qualunque prezzo.

Della vita degna. La vita non ha senso se non ha un compito che la rende degna di essere vissuta. Uccidere è violenza sacrilega perché non abbiamo il diritto di sopprimere nessuno; ma la sopravvivenza biologica non è un valore assoluto e autosufficiente. La vita è un bene non disponibile ma non è un valore assoluto: io non posso decidere di morire, e tantomeno possono decidere altri al mio posto, ma accetto il rischio quando è in gioco la dignità e il senso della vita. Quando la vita assurge a valore assoluto e si è disposti a vivere a qualsiasi prezzo si è già morti, perché lo scarto tra la vita e la morte è in quel punto cruciale: se qualcosa anima o meno l'esistenza, le conferisce senso e dignità, anche a costo di mettere a repentaglio la vita stessa (“Vivi pericolosamente”). 

Lo stile e la grazia educano il reale a farsi regale e a dare forma alla vita; la ricerca della bellezza suscita bellezza dentro di sè e amicizia col mondo, come il brutto genera abbrutimento e inimicizia; l'amore come moto che parte dall'unico, si esprime nel due - la coppia - e si allarga per gradi decrescenti di intensità e di prossimità fino all'universo; l'onore è il rispetto degli altri tramite il rispetto di sé, fondato sulla piena assunzione di responsabilità, ovvero la disponibilità a rispondere di sé, fino in fondo e a viso aperto; il lavoro ci fa meritare la vita e intreccia i diritti ai doveri, e la vita personale a quella comunitaria. E via seguitando sui sentieri più alti del pensiero, dell'ingegno e dell'arte, fino a raggiungere l'esperienza più alta e universale del sacro. Non basta vivere, bisogna anche lanciare la propria vita verso un obbiettivo degno, con intelletto d'amore; la vita non va solo vissuta, va dedicata. Vivere non est necesse. 

X- L'anima è quel che resta di te, quel che ti fa uno e ti riporta all'Uno

Dell'anima. L'anima è la matrice dell'intelletto, la radice della sensibilità e l'energia del corpo. L'anima è il nostro vero dna, la spina dorsale invisibile della nostra persona, quel che ci distingue dagli altri, ciò che di specifico e inalienabile ci identifica; è il principium individuationis della nostra singolarità. Ma è anche la scintilla dispersa di una luce, che potremmo indicare come la luce dell'intelligenza che ordina e regge l'universo; è il frammento separato dell'Anima mundi a cui aspiriamo a ricongiungerci, tornando nel grembo dell'Origine, da cui promana l'anima stessa. Dunque è ciò che ci distingue e infine ciò che ci congiunge. Ma chi ha detto che l'anima esiste? L'anima, in realtà, indica il punto remoto di sé e il seme o il soffio che ci unisce al mondo. Se abbiamo una percezione originaria e remota, un sentimento fondamentale di quel che chiamiamo io, un punto in cui l'istinto di essere muta in coscienza di sé, quel punto invisibile è l'anima. Nessuno è in grado di dire cosa sia, dove sia, quanto duri; non siamo in grado di uscire da quell'esperienza che avvolge e comprende la nostra vita fino a travalicarla, superarla. Ma è la nostra presenza: se lei non c'è, noi non siamo. Non siamo in grado di nulla in sua assenza. Il corpo non è solo l'involucro o la prigione dell'anima ma la sua prima proiezione, la sua ombra terrena, il suo concretarsi vitale. L'ultima e più alta espressione dell'anima è l'intelligenza. L'espressione centrale dell'anima è il sentimento o la sensibilità. Il corpo è dentro l'anima e non viceversa; così il sentimento e l'intelligenza. L'anima racchiude il corpo come dentro un'aura, un campo magnetico, un'irradiazione. L'anima è l'unico bagaglio a mano consentito nel viaggio finale; anzi, a ben vedere, siamo noi, la nostra presenza nel mondo, il bagaglio nelle mani di lei. L'anima è l'esile filo che collega l'esistere all'essere, per ricongiungere l'uno all'Uno (Plotino dixit). Se un filo collega il raggio della vita al centro da cui diparte o in cui confluisce, quel filo è l'anima, che è il soffio della sua emanazione. L'anima costituisce il nostro alveo interiore e insieme il filo che ci lega al destino dell'universo. L'anima è la chiave per (ri)entrare nella Casa.  Da Dio, patria e famiglia

martedì 5 luglio 2016

Con Libero per la sovranità popolare e nazionale!

SI alla Europa dei popoli e delle identità. NO a questo euro dei banchieri e dei burocrati. Per questo abbiamo deciso, non solo di sottoscrivere, ma di sostenere attivamente ed ufficialmente la sacrosanta iniziativa di Libero Quotidiano per dare voce al popolo italiano mediante un referendum sulla nostra sovranità nazionale e monetaria. Vogliamo difendere la sicurezza, il benessere, la libertà ed il futuro dei nostri figli. Roberto Jonghi Lavarini - Destra per Milano

lunedì 20 giugno 2016

Ripensare, riorganizzare e ripartire...




Cosa servirebbe per rilanciare la destra italiana? Che Giorgia Meloni avvii il rinnovamento più volte annunciato, azzerando tutte le cariche di partito e convocando, finalmente, un grande congresso ricostituente, aperto alla società ed al territorio, ai giovani ed alle donne, alle categorie produttive, ai rappresentanti del mondo della cultura e della università, del volontariato e dello sport. 

Bisogna ripartire da zero, eliminando vecchie zavorre e cattive abitudini: personalismi, rendite di posizione, doppi incarichi e cumulo di mandati. Un congresso modulato a livello provinciale, regionale e nazionale, per coinvolgere il maggior numero di patrioti, dove dibattere ed approfondire le grandi tematiche geopolitiche ed economiche, eleggere e selezionare una nuova classe dirigente, con regole certe e rigorosi criteri di partecipazione, trasparenza e meritocrazia, ed un comitato di garanti, presieduto da Marcello Veneziani.